Cos’è l’immunità di gregge e come funziona scientificamente? Esiste una soglia di copertura vaccinale critica univoca del 95%? L’effetto gregge è il movente invocato per imporre l’obbligo vaccinale in Italia. Analizziamo i dati ufficiali dell’Istituto Superiore di Sanità e dell’OMS, rispolveriamo qualche libro e riportiamo il puntuale articolo dell’Associazione di Studi e Informazione sulla Salute, con alcune specifiche. Appuriamo la solidità di questo principio e individuiamone assieme i limiti noti.
Cos’è l’immunità di gregge?
Va anzitutto chiarito che l’immunità di gregge (o Herd Immunity) è definita in ambito scientifico come un principio teorico, sebbene plausibile, mai dimostrato direttamente.
Storicamente, l’immunità di gregge è un principio basato su un’osservazione degli anni ’30 secondo cui era sufficiente che il 55% della popolazione fosse immunizzato “dalla malattia” (per contagio naturale, non tramite profilassi), per evitare che questa si diffondesse ulteriormente e generasse il cosiddetto “effetto gregge”.
Lo stesso concetto però, applicato all’immunità vaccino-mediata, si è rivelato inefficace. Negli anni quindi si sono gradualmente aumentate le soglie, perché si osservava che il 55, 65, 75, 85% non era sufficiente a eradicare la malattia. Ad oggi sappiamo che l’immunità conferita da alcuni vaccini è inefficace anche col 99-100% di copertura.
E’ pertanto difficile provarne la validità, poiché l’unico caso sperimentale di profilassi vaccinale basato sull’effetto gregge su riguarda il tentativo di eradicazione della rabbia nelle volpi in Germania.
Esiste un valore di copertura unico?
No. Anche se l’introduzione dell’obbligo vaccinale si appella alla diminuzione delle coperture vaccinali, facendo riferimento a una soglia critica del 95% per tutti i vaccini come valore per ottenere l’immunità di gregge, l’informazione è del tutto inesatta.
In realtà, se è ovvio che tanto maggiore è il numero di persone immunizzate, tanto minore è il numero delle persone suscettibili alla malattia e di conseguenza la probabilità che il batterio od il virus si diffonda nella popolazione, la determinazione della soglia per ottenere l’effetto gregge è complessa e varia per ogni malattia.
In teoria come funziona l’effetto gregge? E come si calcola la soglia di copertura consigliata per ciascuna malattia?
Tale “effetto” dipende dalla copertura, dall’efficacia del vaccino, dall’incidenza reale della malattia, dall’omogeneità di distribuzione dei vaccinati, dalla patogenicità e virulenza del microrganismo, dai serbatoi naturali, dai movimenti della popolazione in un certo territorio. Questi parametri non sono facili da determinare e possono variare geograficamente, oltre che cronologicamente.
Ridurre a un unico valore la soglia per malattie così differenti non è quanto riportato nella letteratura scientifica.
Prendiamo in esame la letteratura di riferimento più accreditata sulla teoria dell’immunità di gregge, cui fa riferimento l’OMS. In Infectious diseases of humans: dynamics and control Roy M. Anderson and Robert M. May. Oxford: Oxford University Press, 1991, si legge:
Il volume di P. E. Fine, Herd immunity: history, theory, practice, Epidemiol. Rev., 15 (1993), pp. 265-302 riporta questi valori:
che differiscono di poco da quelli riportati da Stanley Plotkin, Walter Orenstein, Paul Offit in Vaccines, Saunders 2012.
Quali sono i valori di copertura forniti dall’Istituto Superiore di Sanità?
I valori di “coperture vaccinali critiche” sono stati forniti anche dall’Istituto Superiore di Sanità nella seguente tabella:
Anche qui troviamo soglie differenti. Inoltre, noterete, mancano diverse malattie proposte nei vaccini: per alcune non è determinabile una soglia, per altre non esiste affatto. Ad esempio, non esiste immunità di gregge per malattie “non contagiose” come il tetano.
Quali indicazioni sull’immunità di gregge dà l’Organizzazione Mondiale della Sanità?
Nel bollettino della sempre citata OMS (Figura 5), leggiamo che la soglia necessaria per interrompere la trasmissione di una malattia infettiva dipende dal numero di riproduzione di base, cioè il numero di casi secondari generati da un tipico soggetto infettato e infettante quando il resto della popolazione è suscettibile e cita come fonte bibliografica (34) proprio il libro di Andreson e May, i cui valori sono riportati nella Figura 1.
“Per avere l’immunità di gregge dobbiamo vaccinare il 95% dei bambini” è un’affermazione scientificamente corretta?
No. Se vogliamo attenerci alle evidenze scientifiche, occorre fornire le prove che la soglia del 95% di copertura per ottenere l’immunità di gregge corrisponda a tutte le malattie infettive. Ma non è ciò che insegnano i libri di epidemiologia, scienza e medicina.
ndr. Inoltre, la durata della copertura fornita dai vaccini è variabile sia nel tempo, sia da persona a persona, sia in base a fattori climatici. L’efficacia della copertura nel tempo per molti vaccini non è stata verificata ed è solo ipotizzabile, per altri la durata è breve.
Questo può porre seri problemi di sicurezza. Ad esempio, per buona parte delle malattie esantematiche infantili è solo contraendo la malattia in modo naturale che si acquisisce un’immunità durevole tutta la vita. L’immunità naturale, infatti, permette all’individuo di non contrarre malattie infettive tipiche dell’infanzia in età avanzata, quando il rischio di gravi complicanze diventa maggiore.
Fonte parziale: AsSIS | Studi e informazione sulla salute – 2017-07-01 22:37:34
Originale: L’IMMUNITA’ DI GREGGE
Pagina dedicata: AsSIS
[…] Bellavite, Professore Associato di Patologia Generale, Università degli Studi di Verona. Qui si possono leggere le soglie di riferimento calcolate da diversi ricercatori e adottate […]
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