La Procura di Roma ha chiesto l’archiviazione di un’importante indagine sulla sicurezza dei vaccini per “sanare la frattura tra scienza e società“. La FNOMCeO è in giubilo. Medici prezzolati e accoliti esaltati al seguito inneggiano slogan contro i novax. Eccellente! Finalmente giustizia!
O forse no. Quando un organo giudiziario, atto a arbitrare e valutare con somma diligenza e imparzialità le contese, si rifiuta di discutere un caso, o sospende ogni ulteriore analisi di prove ed evidenze, per non peggiorare “fratture” nel pubblico, stiamo tutti perdendo qualcosa. Siamo tutti sconfitti. Perché?
Immaginate che per mano di un sospettato agente di polizia avvenga il pestaggio a morte un cittadino disarmato. Cosa pensereste se il giudice sospendesse le indagini per “evitare di alimentare la sfiducia da parte dei cittadini nelle forze dell’ordine“?
Lamentereste che la Giustizia non è più al servizio del cittadino.
Ecco, questo accade ora. Quindi riflettete.
La Giustizia è ragionevole, ma non nasce per accontentare la maggioranza.
È individualista. Non segue e non partecipa a diatribe mediatiche, non si mescola al pensiero unico. Non sentenzia secondo principi d’influenza dell’opinione di massa. In presenza di sospettati crimini, o di complesse ipotesi di reato, non dovrebbe agire con imperizia, né come organo diplomatico, né come mediatore. La Giustizia non è alla mercé di tutti.
La Giustizia indaga, avvia procedure, applica insiemi di leggi più o meno armoniosamente, per giungere a condanne o assoluzioni; tutt’al più contempla rinvii per accertamenti, ma segue precisi codici e metodi rigorosi, un po’ come la buona ricerca scientifica. O, almeno, dovrebbe. La Giustizia (forse) non è democratica, le basterebbe semplicemente esser giusta, senza mai rifiutarsi di giudicare, perché esprimere giudizi è sua primaria prerogativa. A tal scopo il cittadino vi si rivolge, credendola interlocutore affidabile.
Oggi, anziché agire al di sopra delle parti, la Giustizia volta pagina.
Diviene “giustizia al servizio della scienza“. Un incubo dalle conseguenze imprevedibili. Domani potremmo avere una giustizia al servizio della psichiatria, una giustizia al servizio degli interessi economici, una giustizia al servizio dell’industria.
L’Ordine approva senza esitazione le considerazioni dei magistrati sui danni da vaccino, e scrive:
«Per i giudici, pensare “che i vaccini possano avere delle reazioni avverse, soprattutto a carico del sistema neurologico, rientra nella letteratura scientifica ma è fuor di luogo che l’incidenza in tal senso non è significativa o comunque tale da inficiare il rapporto costi-benefici, sempre presente nell’ambito medico”.»
Tradotto: i danni neurologici da vaccino, benché noti, non son degni d’attenzione rispetto al rapporto costi-benefici. Insomma, inutile approfondire altri eventuali rischi per la sicurezza, o frodi, o cattive condotte degli enti regolatori. Conti e profitti hanno la priorità. Perché comprometterli proseguendo le indagini? Eh.
Il quadro che si delinea scuote alla base ogni garanzia finora prevista a tutela dei diritti del cittadino, in nome della Salute di Stato. Rinunciamo, un pezzo alla volta, alla nostra autonomia, per far spazio a dittature sanitarie. Migriamo, a piccoli passi, verso luoghi di annullamento delle nostre libertà fondamentali.
Per me è un precedente grave, fonte d’implicazioni che potrebbero ledere la percezione di valori civili e sociali essenziali a difenderci da bieche statolatrie. Ha perspicacia il mio amico Stefano quando si chiede se il vero obiettivo di questo lacerante scontro sociale sia eradicare il morbillo o il principio dell’inviolabilità del corpo.
La decisione della Procura di Roma s’aggiunge agli indizi a favore della sua tesi.
Benvenuti nell’epoca della Giustizia al servizio della Scienza.
O meglio, della “giustizia asservita alla scienzah”.
Non disturbate il conducente!
Saluti dalla
Casalinga di Voghera
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Per approfondire, consiglio articolo FNOMCeO: Procura e vaccini, Anelli (Fnomceo): “Speranza di sanare frattura tra scienza e società”. Tra le citazioni più interessanti dell’Ordine, scaturite in seguito alla decisione della Procura, segnalo questa perla:
« Finalmente la scienza riesce a permeare la società a tutti i livelli, e diventa vero strumento di democrazia. »
Bando all’ateismo, vien da dire; che Dio ce ne scampi.
Cosa resta a tutela delle positive libertà decisionali dell’Uomo?