Vax tunnel, testimonianza di un papà

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Cristiano, danneggiato da vaccinazione, si racconta. Ecco un’estratto dall’articolo pubblicato su Comilva. Questa è la sua storia.

“Sono nato nel freddo e nevoso gennaio del 1971, in ospedale, come ormai era d’uopo fare quasi per tutti e a tal proposito ancora rabbrividisco, al solo pensiero di quali iniezioni sia stato oggetto il mio esile ed indifeso corpo, proprio in quel periodo in cui si millantava la sicurezza ospedaliera, invitando tutti a recarsi presso gli ospedali per dare alla luce i propri figli.
Nonostante l’ospedalizzazione, comunque, quello che ho affrontato (a livello fisico) sembra sia stata una nascita regolare, diciamo nello standard, per quanto riguarda i canoni ospedalieri e, dopo pochi giorni, sono stato dimesso con le dovute raccomandazioni di routine: giusta alimentazione, visite di controllo e, naturalmente, gli immancabili vaccini.
Non ho memoria di aver subito particolari gravi danni durante la prima età puerile, certo è che, caratterialmente, sono cresciuto abbastanza introverso e particolarmente timido, a volte chiuso (forse troppo) ed impaurito da cose talvolta assurde, per le quali tendevo anche a chiudermi in me stesso,ma come ho capito poi (e mi ci sono voluti diversi decenni), queste mie fobie non erano tutte conseguenze del mio carattere.

Le prime avvisaglie dello spiacevole viaggio che mi apprestavo a fare, quelle serie, le ho avute nell’aprile del 1978, quando, a seguito della vaccinazione contro il vaiolo, congiunta alla seconda iniezione per la difterite e all’antitetanica, ho cominciato a manifestare dei tic nervosi che sono andati vieppiù aggravandosi nel tempo, fino a portarmi ad uno stato mentale confuso e distaccato dalla società.
Frequentavo a quel tempo la prima elementare, iniziata oserei dire con successo, ma da allora, la scuola è diventata per me un incubo. […] le cose per me sono cambiate in modo drastico e la mia mente ha cominciato a chiudersi. Non è che non riuscissi più a memorizzare e non ero per niente estraneo a ciò che mi veniva insegnato, ma nel mio cervello cominciò a manifestarsi una sorta di meccanismo anomalo. […] Era come se gran parte delle informazioni che mi giungevano venissero assorbite dal cervello, per poi sparire nel nulla dopo breve tempo. Questo fenomeno, col passare del tempo aumentò, finché dopo molti anni, grazie ad un insegnante di chitarra, finalmente capii. […]

È assai improbabile che chi ti circonda riesca a comprendere ciò che vivi, perché se in quel modo. […] Ben presto ho preso coscienza che la mia bolla era sparita e non avevo più un rifugio virtuale nel quale nascondermi. Adesso dovevo fare i conti con la realtà.

Ero perfino sposato e per un po’ ho fatto fatica ad accettarlo. Ed improvvisamente, mia moglie, si è ritrovata legata ad un uomo che non riusciva più a capire né a gestire. Poi sono arrivati i figli […]

Mi prende l’ansia al solo pensiero che ad uno dei miei figli possa capitare anche solo il 10 percento di ciò che è capitato a me. Lotterò come un leone per far sì che non accada.”

[…]

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Fonte: Comilva – 2017-06-28 15:04:48

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