I vaccini non sono acqua fresca e vaccinarsi contro una malattia per quale si è già immuni espone l’individuo ad iperimmunizzazione, condizione che comporta rischi risaputi.
Quali fonti medico-scientifiche affermano che l’iperimmunità può causare diverse patologie? Tutte, a partire dall’Enciclopedia Medica. Sul sito governativo della U.S. National Library of Medicine troviamo infatti la definizione ufficiale del termine “iperimmunizzazione”.
Iperimmunizzazione
Definizione medica ufficiale di iperimmunizzazione
Hyperimmunization
“Hyperimmunization is the presence of a larger than normal number of antibodies to a specific antigen. This creates a state of immunity that is greater than normal. Immune system overactivity can cause many different diseases.”
Tradotto: “L’iperimmunizzazione è la presenza di un numero di anticorpi più elevato del normale per uno specifico antigene. Questa condizione crea uno stato di immunità superiore al necessario. L’iperattività del sistema immunitario può causare un’ampia gamma di patologie.”
L’iperattività del sistema immunitario può causare un’ampia gamma di patologie.
Se sta scritto sull’enciclopedia di settore ne deduciamo che la pericolosità della iperimmunizzazione è un concetto assodato in medicina. Di conseguenza l’eccessiva sollecitazione del sistema immunitario attraverso la somministrazione di vaccini non necessari e/o che stimolano la produzione di anticorpi già sufficientemente presenti nell’organismo costituisce un rischio per la salute di neonati, bambini e adulti.
Negli studi scientifici il termine “hyperimmunization” è spesso associato alla parola risk. Non a caso nelle popolazioni s’effettuano indagini sui dosaggi anticorpali che servirebbero a scongiurare possibili rischi di proporzione significativa derivanti da iperimmunizzazione, studi che andrebbero quindi considerati con diligenza. Citiamo alcuni esempi trovati su PubMed.
Il rischio di iperimmunizzazione da vaccino negli studi scientifici
L’iperimmunità è considerata una condizione da evitare per definizione medica, e ovviamente ne abbiamo conferma in studi scientifici. Il modo in cui viene trattato l’argomento, nel suo contesto, lascia sempre intendere che il rischio di iperimmunizzazione da vaccino sia oggi un’evidenza inconfutabile e universalmente accettata. Come anticipato, essa rappresenta una minaccia perché aumenta le possibilità che una persona sviluppi gravi patologie, ed essendo principalmente indotta da scorrette pratiche vaccinali gli studi si concentrano attorno a questo tema.
Abbiamo scelto quattro studi rappresentativi. I primi due sulla prevalenza d’iperimmunizzati contro il tetano nella popolazione italiana e polacca, a confronto. Gli altri due sull’importanza di screening pre-vaccinali e test sierologici, in particolare nei bambini.
Prevalenza d’iperimmunizzazione contro il tetano in italiani nati dopo l’introduzione della vaccinazione antitetanica pediatrica obbligatoria con tossoide tetanico nel 1968
Questo primo studio è di un’equipe italiana (in maggioranza), e inerente l’Italia. Leggiamo l’estratto.
Lo studio constata che i soggetti italiani hanno in media buoni titoli anticorpali contro il tetano, ed evidenziano come l’iperimmunizzazione si differenzi secondo le zone di residenza (nord, centro e sud), perciò “la somministrazione indiscriminata del richiamo antitetanico nei soggetti iperimmuni in alcune regioni si tradurrebbe in vaccinazioni superflue in grado di causare reazioni di ipersensibilità.”
Il rischio di iperimmunizzazione in Italia riguarderebbe il 17,3% degli individui esaminati. In prospettiva, quasi 1/4 della popolazione italiana.
La politica di vaccinazione per le dosi di richiamo dovrebbe basarsi su elementi di fatto e non su rigide raccomandazioni. A chi sostiene che vaccinarsi e rivaccinarsi può solo “potenziare” il sistema immunitario, o al limite non fare nulla di male, facciamo notare che, a quanto pare, gli otto autori dello studio non concordano. Ritengono invece importante valutare l’effettivo stato immunitario del soggetto per accertarsi dell’utilità del vaccino prima di somministrarlo a sproposito, esponendo la persona a evitabili rischi.
Il problema, per chi vorrebbe informarsi correttamente, è che gli “esperti” di grido sui media e i sostenitori delle informazioni evidence-based (incluso il presidente dell’ordine dei medici), ribadiscono ossessivamente l’inconsistenza di tale principio e l’innocuità di qualsiasi rivaccinazione. Come dire, si nega l’evidenza scientifica, nonostante sia riportata su ogni sacrosanta fonte di riferimento. Così facendo, si disorienta il cittadino con informazioni appiattite e generalizzate al punto da diventare false.
Vediamo un altro esempio nelle schede successive.
Prevalenza d’iperimmunizzazione contro il tetano e reazioni avverse nei bambini polacchi
Il secondo studio è effettuato in Polonia, dove la popolazione pediatrica esaminata risulta avere in media concentrazioni anticorpali per il tetano inferiori a quelle italiane. Qui, l’immunizzazione primaria e i vaccini di richiamo causerebbero quindi meno reazioni avverse.
Lo studio puntualizza altresì che i bambini con un’alta concentrazione di anticorpi (forniti di protezione a lungo termine) sarebbero esposti a un aumentato rischio di effetti collaterali se il richiamo successivo venisse somministrato entro i successivi 5 anni.
In Polonia questo rischio riguarderebbe “solo” il 6,84% degli individui.
Importanza di esami sierologici e calendari personalizzati
Passiamo al terzo studio: “Immunità al tetano come sostituto a…” . Un gruppo di bambini rifugiati è sottoposto ad esami sierologici per verificare i titoli anticorpali dopo la vaccinazione. Qui si rafforza un ulteriore valore imprescindibile: la necessità di valutare i titoli anticorpali dell’individuo per definire con cura un calendario vaccinale personalizzato, in modo da evitare successive somministrazioni superflue.
Si legge: “I dati sulla copertura vaccinale […] sono essenziali per formulare raccomandazioni aggiornate. La sovra-immunizzazione è costosa e associata a rischi di iperimmunizzazione“.
Si noti come l’equipe medica dice di aver evitato ai bambini la somministrazione di una dose di richiamo non necessaria proprio grazie alla misurazione della risposta anticorpale. Gli esami hanno infatti stabilito che il 96,4% dei bambini, aveva sviluppato sufficienti anticorpi per una protezione a lungo termine.
Nelle conclusioni, infine: “Valutare le risposte anticorpali […] consente di stabilire programmi di vaccinazione personalizzati ed evita i rischi di iperimmunizzazione.”
La premura è inequivocabile.
Screening per minori adottati o recentemente immigrati da Paesi a rischio? Un’esperienza su 100 casi
Si tratta di un altro studio articolato da valutare, condotto da un’equipe medica italiana, in collaborazione con SC di Pediatria, Presidio Ospedaliero di San Vito al Tagliamento (Pordenone), ASS 6 “Friuli Occidentale”, Laboratorio di Analisi, Presidio Ospedaliero di San Vito al Tagliamento (Pordenone), ASS 6 “Friuli Occidentale”, Facoltà di Medicina e Chirurgia, e l’Università di Udine.
Un dato in particolare ha destato il nostro interesse:
Nessun bimbo presentava sintomi o evidenze di malattie in atto al momento degli esami. Ciò nonostante il 60% dei casi è risultato avere almeno un problema di salute prima ignoto.
Questi esiti sottolineano ulteriormente l’importanza degli screening pre-vaccinali nella popolazione pediatrica. Possiamo affermare con assoluta certezza che non è diagnosticabile “a vista” l’esistenza di alcune malattie e fragilità soggettive. Esse potrebbero affliggere i nostri bimbi asintomaticamente, insospettabilmente. Un individuo geneticamente predisposto a determinate patologie, in un particolare stato di salute, tossicologico, o allergologico, vedrebbe scatenarsi con una vaccinazione inopportuna delle reazioni del tutto inaspettate.
Senza dubbio lo studio è dedicato a una fascia di soggetti maggiormente esposti al rischio di malattie per via del vissuto sanitario, ma il principio di precauzione resta identico ed applicabile a qualsiasi bimbo, indipendentemente dall’etnia e dal tessuto sociale a cui appartiene.
Studio completo: https://www.medicoebambino.com/?id=RI1003_30.html (in italiano)
Breve nota esplicativa:
Cos’è la “prevalenza“?
La “prevalenza” è una misura di frequenza, una formula ad uso epidemiologico mutuata dalla statistica.
E’ il rapporto fra il numero di eventi sanitari rilevati in una popolazione in un definito momento (od in un breve arco temporale) e il numero degli individui della popolazione osservati nello stesso periodo. Per migliorare la leggibilità del dato si moltiplica il risultato per una costante (pari a dieci o un suo multiplo).
Screening per individuare corrette politiche vaccinali
Qual è il motivo di questi screening? Semplice. Lo studio polacco appena riportato, spiega: “The adverse reactions after tetanic toxoid appear to be directly related to excessive titre of protecting antibodies.“, ossia “le reazioni avverse dopo l’antitetanica sembrano essere direttamente correlate a una presenza in eccesso di titoli anticorpali“. Eh.
Questi studi servono quindi a fissare corrette politiche vaccinali nazionali e/o territoriali per evitare diffuse reazioni avverse da vaccino.
In ogni caso, alterando il funzionamento del sistema immunitario, l’iperimmunizzazione può innescare malattie irreversibili.
Commissione scientifica italiana ribadisce la nocività di cattive pratiche vaccinali e necessità di precauzioni
Che troppi vaccini somministrati assieme e/o senza un reale motivo, in tempi ravvicinati, o in momenti di fragilità fisica, fanno male lo ha confermato all’unanimità anche la commissione scientifica incaricata delle indagini nel corso della Commissione Parlamentare d’inchiesta sull’Uranio Impoverito 2017. I membri avevano il compito di verificare le criticità dell’attuale protocollo di vaccinazione dei militari italiani.
L’esito ha confermato che la scorretta somministrazione dei vaccini può contribuire alla comparsa di tumori di vario genere, leucemie e altre malattie degenerative croniche e autoimmuni. I motivi sono molteplici. Da un lato, l’attività ossidativa degli adiuvanti contenuti nei vaccini può danneggiare il DNA stesso; dall’altro, gli antigeni inoculati indeboliscono temporaneamente l’organismo e in caso di iperimmunizzazione si squilibra ulteriormente la normale attività del sistema immunitario (anch’esso danneggiabile).
Quali precauzioni adottare per la vaccinazione?
Tra i consigli suggeriti dalla Commissione scientifica, i vaccini vanno:
- somministrati con scrupolo e attenzione
- singolarmente (cioè in composizione monovalente e monodose)
- distribuiti nel tempo, prevedendo adeguato riposo post-somministrazione, poiché vaccinarsi crea un temporaneo stato di immunodepressione.
Prima dell’inoculazione serve raccogliere sufficienti informazioni sull’individuo per avere un quadro clinico esaustivo che dovrebbe sempre comprendere:
- anamnesi famigliare,
- esami ematochimici
- test sierologici (dosaggio dei titoli anticorpali)
Poiché oggi siamo immersi in agenti inquinanti pericolosi è essenziale determinare a priori l’effettivo stato di salute del soggetto prima di sottoporlo a un trattamento che prevede, di fatto, l’inoculazione di sostanze nocive (seppur in quantità ridotta). Per la Commissione, si tratta delle minime precauzioni indispensabili da prendere se si vogliono individuare ed escludere almeno le controindicazioni e i rischi ad oggi conosciuti connessi alla profilassi vaccinale.
Secondo la Commissione d’inchiesta non va poi dimenticata l’estrema importanza di:
- una efficace e trasparente vaccinovigilanza attiva
- un sistema esente da conflitti d’interesse
- la disponibilità di personale qualificato
Relazione della Commissione in pdf, con sottolineature.
In particolare, pagine 18-22. Il documento è interessante e ne consigliamo la lettura per intero. Abbiamo sottolineato le parti pertinenti di maggior rilievo.
Iperimmunità e malattie autoimmuni
Un eccellente supporto per conoscere e capire le malattie autoimmuni è il sito Autoimmunity Reactions. Riportiamo dal suddetto:
“L’iperimmunizzazione avviene mediante somministrazioni ripetute di antigeni in quantità crescenti… La vaccinazione può produrre ipersensibilità ad antigeni microbici, e l’inoculazione di antigeni o vaccini nelle persone ipersensibili può suscitare reazioni locali e sistemiche acute di varia gravità: il modo intensivo col quale è stata effettuata l’immunizzazione nelle cavie ha dimostrato di produrre effetti avversi anche slatentizzati nel tempo.”
A partire dall’articolo “Iperimmunizzazione” consigliamo caldamente la consultazione di quest’ottimo blog per approfondire diversi argomenti medico-scientifici legati alla pratica vaccinale e al funzionamento del sistema immunitario. Vaccini, autoimmunità, danni da vaccino, ecc. Il sito pubblica interessanti trattazioni e traduzioni, preparate con cura e precisione dagli autori.
Anomalie plasmatiche, alterazioni cellulari e tumori
Proponiamo qui una raccolta aggiuntiva di risorse per le quali ci ripromettiamo di aggiungere spiegazioni in italiano. Le indichiamo, tuttavia, in caso qualcuno volesse aiutarci nel frattempo ad arricchire l’articolo.
- Institute of Medicine (US) Vaccine Safety Committee. “Adverse Events Associated with Childhood Vaccines“, National Academies Press (US), 1994 (volume integrale)
- Whitaker, MD, et al., “Adversomics: a new paradigm for vaccine safety and design” Expert Rev Vaccines. Author manuscript, 2016 (volume integrale)
- Pittman, PR, et al., “Long-term health effects of repeated exposure to multiple vaccines” Vaccine, Dec 2004 (estratto; testo integrale PDF)
- Peeler, RN, et al., “Intensive Immunization of Man: Evaluation of Possible Adverse Consequences” Annals of Internal Medicine, July 1, 1965 (estratto)
- National Research Council (U.S.). Committee on the Effects of Multiple Immunizations, Effects of Long-term Immunization with Multiple Antigens: Final Report, National Academies, 1980 (testo integrale)
Conclusioni sull’iperimmunizzazione
Alterare l’equilibrio del sistema immunitario è pericoloso. L’evidenza è confermata dall’enciclopedia medica e in studi clinici.
Ci sarebbero altre riflessioni da fare sulla pericolosità della rivaccinazione indiscriminata ma per la nostra obiezione sanitaria, ora, basti fissare cio’: ogni fonte scientifica considera i rischi impliciti nelle vaccinazioni e nell’iperimmunità.
I test pre-vaccinali richiesti con tanta determinazione da alcuni genitori, già prima dell’approvazione della nuova legge sull’obbligo vaccinale, non sono frutto di immotivate paure ma oggettivi e indispensabili strumenti di tutela della salute dell’individuo, che qualsiasi genitore coscienzioso dovrebbe esigere.
Questo articolo è stato redatto in risposta alle dichiarazioni antiscientifiche della Presedente dell’Ordine dei Medici sull’innocuità dell’iperimmunizzazione, apparse in un suo recente comunicato.
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Ho raccolto queste informazioni per mia utilità. Come madre, vorrei garantire ai miei figli adeguate cure. Devo molto ai genitori che prima di me hanno rifiutato i vaccini contenenti mercurio, in quanto le loro battaglie hanno costretto le case farmaceutiche a migliorare i propri prodotti. Ma la strada è ancora lunga, tanto va ancora contestato, se vogliamo che un proposito autentico di benessere collettivo prevalga sulla smania di profitto.
In genere si desidera familiarizzare con qualsiasi atto sanitario imposto ai propri cari. Nel mio percorso di obiezione cerco d’esplorare l’argomento vaccini guardandolo da una prospettiva puntuale ma semplificata. Ne scrivo per delineare dei ragionamenti e li condivido sperando che quanto apprendo sia utile a chi come me difende i diritti civili, la libertà di scelta e la responsabilità genitoriale.
Scienza, democrazia, giustizia, costituzionalità sono termini che coesistono nella mia testa; nella realtà s’armonizzano un po’ meno, forse. Ma val la pena non arrendersi e restare vivamente curiosi, appassionarci agli eventi che ci circondano.
Il mondo può sempre migliorare. Gli serve ciascuno di noi.
Le responsabilità genitoriali non sono barattabili per delega, neanche temporaneamente. Inoltre, riflettiamo: i livelli accademici raggiunti dagli esperti che popolano i salotti tv, presuppongono altissima competenza; pensate davvero ignorino basilari informazioni scientifiche che come cittadino trovo ovunque (in inglese), o consultando un loro testo di riferimento?
Finché non mi spiegheranno in modo chiaro da dove attingono il dato per affermare che l’iperimmunizzazione non è un problema e che sempre un vaccino in più “potenzia e fortifica” innocuamente il sistema immunitario (?!), continuerò a credere all’enciclopedia medica e agli studi ufficiali trovati finora.
Le nozioni pronto-in-tavola serviteci dai talk-show tocca cancellarle e ricominciare da capo. Cari professori, in gioco c’è il futuro del mondo, altro che congiura dei “somari”! Come madre non mi sento affatto asina a voler appurare la bontà delle affermazioni di uno specialista. Non posso sempre banalmente accogliere un consiglio senza farmi domande: la curiosità è una grande risorsa, soprattutto quando il fine è prendere responsabilmente una decisione che influirà sulla vita del mio bambino. Come genitore devo esserne partecipe, fin dove mi è possibile.
L’impegno profuso in queste piccole ricerche è spesso premiato. Talvolta si scopre con dolore che anche i più dotti peccano d’ignoranza, arroganza o per interesse personale. L’importante è capire che in fondo, l’affetto che un qualsiasi medico potrà mai nutrire per nostro figlio non sarà mai paragonabile all’amore incondizionato che provano una mamma e un papà premurosi. Quindi imparate a ragionare con la vostra testa, e ogni tanto cercate risposte un po’ più in autonomia. Il senso critico va esercitato con costanza.
[…] consigliata: Iperimmunizzazione pericolosa, lo dice l’enciclopedia medica (Fonte: […]
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